NEBBIE E INFUSI

(ovvero, se non rispondo è perché sto leggendo)

Sapevo che sarebbe successo, sapevo che non avrei resistito. E come avrei potuto? Forse non potrai capire la mia tentazione, perciò immagina la scena: ami i dolci, i pasticcini, le torte. Lavori in una pasticceria, a volte direttamente al banco e aiuti i clienti a riempire il vassoio delle occasioni speciali. “Mi piacciono tanto i dolci al pistacchio, cos’avete?” Il bignè al pistacchio, oppure una monoporzione con pan di spagna e crema al pistacchio, oppure quel pasticcino di pasta di mandorle e granella al pistacchio. Passi tutto il giorno a consigliare pasticcini, a riempire vassoi e piattini, a guardare i clienti uscire tutti soddisfatti e quelli che si nutrono allegri nel negozio. Resisti per mesi, ma a un certo punto non ce la fai più. Ne assaggi uno. Ne assaggi un altro. È finita, sei dipendente. Cominci a riempirti vassoi su vassoi e a portarli a casa, abbuffandoti, felice come una Pasqua.

Ecco, questo è quello che mi è successo e che mi sta succedendo in quest’ultimo mese, però con i libri della biblioteca. Non riesco a controllarmi. Ne leggo dai tre, ai quattro, ai cinque in contemporanea, e appena ne finisco uno non mi metto certo a pensare che intanto potrei finire anche gli altri. No! Vado in cerca di un nuovo titolo, a volte anche due.

Ogni mattina guardo fuori dalla finestra e vedo la pioggia, o il cielo grigio, o la nebbia. Allora metto su il tè, preparo il leggio davanti alla colazione e mi immergo nella ormai quotidiana mezz’ora di fuga dalla realtà.

E a questo proposito vorrei parlarti dell’ultimo libro che ho finito e che, con mio grandissimo gaudio, enorme gioia, incommensurabile soddisfazione, parla di gente che legge libri. Che noia, dirai, cosa ci trovi di tanto emozionante? Concedimi di spiegare.

Il libro in questione si intitola La biblioteca dei giusti consigli ed è l’esordio di Sara Nisha Adams. Ci sono tanti personaggi diversi in questo libro, tutti caratterizzati molto bene, sembra quasi di ritrovare amici e conoscenti, ma i due principali sono la giovane Aleisha e l’anziano Mukesh. Lei lavora in una biblioteca di Wembley, non perché le piaccia, ma perché ha bisogno di soldi. Lui non si è mai interessato ai libri e un giorno càpita in quella stessa biblioteca quasi per caso. Sarà una particolare lista di letture (elemento che dà il titolo all’originale, The Reading List) a unire questi due protagonisti, ma anche molti degli altri personaggi. E alla fine, niente, non ce l’ho fatta, ho pianto.

Questo libro è una dichiarazione d’amore per i libri e la lettura, ma anche per le biblioteche, che resistono e cercano di essere rifugio per la comunità. Spiega che non importa cosa e quanto si legge, né a che età si comincia, ma che è fondamentale leggere quello che ci piace ed essere pronti a parlarne con chi ci è vicino, perché molto spesso si riesce a instaurare rapporti insospettati proprio tramite le pagine.

È scritto in modo così fluido e coinvolgente che ne ho letto metà in un solo giorno. Dentro ci ho trovato gesti che ormai da diversi mesi sono abituata a svolgere anch’io: andare in biblioteca tutti i giorni, aiutare gli utenti a scegliere o reperire un libro, fermarmi a scambiare opinioni su letture vecchie e nuove. Ci ho trovato anche familiari abitudini da lettrice: portarsi dietro un libro ovunque, ritagliarsi del tempo per immergersi in una storia, cominciare ogni nuovo libro con il batticuore.

Ti lascio due spezzoni per farti un’idea, il primo preso dall’inizio:

La testa la faceva impazzire e aveva bisogno di andarsene, lasciare Wembley, lasciare la sua famiglia, lasciare tutto. Ma un libro poteva fare quel genere di miracoli?

E il secondo preso dalla fine:

Erano tutti i suoi libri preferiti, i libri con cui era cresciuta, i libri che l’avevano trovata al momento giusto, che le avevano dato conforto quando ne aveva bisogno, che le avevano dato una via di fuga, un’opportunità di vivere al di fuori della sua vita, un’opportunità di amare con più forza, una possibilità di aprirsi e di far entrare le persone.

Prima di questo bel romanzo ho letto il primo volume della serie di Enola Holmes Il caso del marchese scomparso. Devo indubbiamente ringraziare Netflix e il film con Millie Bobby Brown per avermela fatta scoprire, anche se la serie risale ormai a diversi anni fa: è stata scritta dal 2006 al 2010.

Per chi ha visto il film, nel libro si ritrova l’atmosfera briosa della trasposizione cinematografica e l’esuberanza di una ragazzina che deve fare i conti con un cognome pesante. È indubbiamente un libro per ragazzi, ma si fa leggere volentieri, perché ha tutto quello che serve per essere un buon giallo. Certo, non ci sono descrizioni cruente né scene macabre, quindi se sono gli elementi che cerchi in un giallo, questo libro non fa per te.

Probabilmente leggerò altri libri della serie, e di sicuro ne leggerò altri della scrittrice, Nancy Springer, che è in attività dal 1985 e ha una penna che mi incuriosisce.

Tra quelli in lettura ho Circe di Madeleine Miller. È la storia, ma pensa un po’, della maga Circe, della sua infanzia, adolescenza e poi di come ha scoperto e affinato le proprie capacità magiche in età adulta. È una ninfa figlia del dio Elios e della naiade Perseide, ma è diversa dai suoi fratelli e sorelle, dai suoi parenti, dalle altre ninfe. Ha la voce di una mortale e il suo aspetto non è luminoso come quello degli altri figli del sole. È proprio la sua diversità a renderla speciale, più sensibile, più attenta, in qualche modo più forte.

Attraverso i suoi occhi ho ritrovato tante figure della mitologia: Prometeo che ruba il fuoco e viene punito (ricordi? Ogni giorno un’aquila gli mangia il fegato, che poi si ricompone ogni notte). Scilla, la più bella e perfida delle ninfe d’acqua, trasformata proprio da Circe in un orrendo mostro marino perché gli ha rubato l’innamorato. Minosse e il terribile Minotauro, la dolce Arianna e l’artigiano Dedalo, padre di Icaro. Gli scherni del dio Ermes, la crudeltà di Medea.

Circe si interessa delle vicende degli umani, ma la loro vita equivale a pochi giorni della sua, così è costretta a perdere tutti quelli a cui ha voluto bene e a vivere in una costante solitudine.

Sono arrivata a quando, dopo un anno passato nell’isola di Circe, Odisseo parte per andare a parlare con l’indovino Tiresia, e poi alla volta di Itaca, lasciando di nuovo sola Circe.

Non vedo l’ora di continuare, ma sono già sicura che al prossimo giro tra gli scaffali della biblioteca verrò di nuovo folgorata da un babà al rum o magari da una tortina al riso.

Alla prossima e… Avanti tutta!

6 Comments on “NEBBIE E INFUSI”

  1. Ciao Giulia, sono Fiore.
    Quando hai parlato di quel libro, mi hai ricordato di un romanzo francese dove una signora (ragazza madre?!?) insegna a leggere/legge delle storie a un analfabeta che non ha mai avuto a che fare con i libri. Mi sono dimenticata il titolo… qualche delucidazione?
    Io i romanzi di solito li leggo con calma, e ne leggo tanti d’estate. La mia casa ne è piena, e ne ho sempre tanti tra cui scegliere. Ma se trovassi uno scaffale pieno di fumetti e/o action figure/altri oggetti nerd li porterei tutti a casa.
    I pasticcini in realtà non mi piacciono tanto, ma….le pastine alle mandorle e al pistacchio sì! 😍
    Mi piacciono invece gli elementi macabri, ma capisco non siano presenti in un romanzo per ragazzi.
    Grazie per avermi ricordato il mito di Circe. Scilla mi fa pensare a quell’ incantevole paesino della Calabria dov’ero stata 11 anni fa. Scilla e Cariddi.
    Diciamo che è tutto, al prossimo articolo.

    Piace a 1 persona

    • Ciao Fiore!
      Non conosco il romanzo di cui parli, ora mi hai incuriosita! Se ti torna in mente, magari fammi sapere come si chiama.
      Anche io sono piena di libri a casa, ma è più forte di me, continuo a prenderli in prestito in biblioteca.
      E, sai, in Circe a un certo punto la maga dice a Odisseo che per tornare a Itaca dovrà passare per la Trinacria, dove poi incontrerà Scilla. Che bellezza quando il mito si fonde con la realtà.

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      • Ciao Giulia
        Avrei detto che quel romanzo fosse La grammatica è una canzone dolce, ma, mi pare di no, a giudicare dal titolo online. Comunque l’ho lasciato in Sicilia al mare da mia nonna quel libro di cui non mi ricordo il titolo, quindi dovrei fare un po’ di ricerche su Google per risalire al titolo e a tutta la trama.
        Fai bene😍
        Non sapevo (o non ricordavo), però sono d’accordo, è magico! Ma non mi ricordo se Ulisse poi passi in Sicilia nell’Odissea.
        Come la mia prof di greco che al museo di Atene si era emozionata guardando gli ostrakon, è ci aveva detto “allora è tutto vero”. Questo prima che andassimo in gita, e quando siamo stati in quel museo, è stato fantastico. Ho ancora le foto delle teche da qualche parte.
        Buona serata, ti saluto con il mio tè nero di marca atì.

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  2. Grazie per le dritte! Mi segno “La biblioteca dei giusti consigli” per vedere quando possa uscire in spagnolo e magari tenerlo presente per qualche lavoro con ragazzi di 14/16 anni. Dici che come pubblico sarebbe indicato?

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