ODE ALLA LETTURA

(perché leggere fa bene)
Che bel titolo banale, dirai. È vero, rispondo io, ma ora prova a contestarlo.
Seguimi in un ragionamento estremo.
Si possono contestare tantissime affermazioni, come “lo sport fa bene”. Ogni volta che qualche membro della mia famiglia, me compresa, racconta di un infortunio o un dolore legato a un’attività sportiva, la mia cara dolce nonnina tira sempre fuori la stessa frase ritrita: “Ah ma io lo so che lo sport fa male”. Insomma, lei non ha mai fatto sport in tutta la sua vita, eppure vedi come sta bene? D’accordo, nonna, però anche se ci si fa male lo sport serve per sfogarsi, per sentirsi meglio, per migliorare il proprio corpo… “Eh ma se poi devi stare fermo dei mesi perché ti sei rotto qualcosa mentre facevi sport, che senso ha?”. Va bene, nonna, mi arrendo.
Dopo questa piccola divagazione dimostrativa, vorrei raccontarti perché, secondo me, leggere è un’attività vitale. Intanto, non rischi infortuni, quindi la nonna approva. A meno che, chiaro, non ti metta ad andare in giro per la città col naso tra le pagine come Belle nella Bella e la Bestia, in quel caso dovresti essere proprio un grillo fortunato per poter uscire senza graffi da una passeggiata del genere.
In secondo luogo, leggere ci fa capire come funziona il mondo. Non importa cosa leggi, puoi prediligere i fantasy, o i gialli, o i romanzi rosa. Puoi avere una collezione di biografie di personaggi famosi, che siano attori, sportivi, multimiliardari. Oppure leggi soltanto fumetti e graphic novel. In ogni caso dovrai concentrarti per seguire la storia, ricordare i nomi di luoghi e protagonisti e magari scoprire qualche nuova parola o costruzione di frase. E mentre leggi ti fai un’idea del mondo in cui vivi e delle persone che conosci, perché è inevitabile fare un paragone tra quello che trovi sulla carta e quello che hai intorno, anche se la storia è ambientata in un universo di fantasia o mille anni fa.
In terzo luogo, a mio parere, ciò che leggiamo rispecchia chi siamo, e non bisogna mai vergognarsi dei propri gusti di lettura. Faccio un esempio. Su Facebook ci sono tantissimi gruppi in cui le persone si scambiano consigli sui libri, fanno domande e condividono impressioni. Ci sono spesso discussioni non tanto amichevoli per via di pareri discordanti, a volte volano insulti gratuiti e niente affatto necessari. Mi fa venire sempre il nervoso quando un genitore chiede consigli su cosa far leggere ai figli, che so: “Mio figlio ha 16 anni e legge a fatica quello che gli danno a scuola, ma per la prima volta nella sua vita mi ha chiesto di aiutarlo a trovare un libro per sé, che cosa mi consigliate?”, oppure: “Ho visto che è uscito l’ultimo libro di Twilight e mia figlia è curiosa, dovrei vietarle questo tipo di lettura visto che ha solo 14 anni?” (queste due domande sono state liberamente ispirate a richieste simili trovate in gruppi su Facebook). Nel caso della prima domanda, non è tanto la richiesta in sé a farmi venire il nervoso, quanto le risposte che ne sono seguite. Vengono consigliati un sacco di classici, Dickens, D’Annunzio, Moravia, Il giovane Holden, Il signore delle mosche; invece la seconda domanda mi ha fatto un po’ ridere, per lo scrupolo eccessivo e perché come risposta sono stati consigliati titoli di una letteratura ritenuta migliore, come Cime Tempestose, Jane Eyre, Jane Austen in generale… Quindi io mi chiedo: come si può pensare che un adolescente che ha sempre tenuto le distanze dalla lettura possa d’improvviso apprezzare libri di secoli passati? Se una ragazza vuole leggersi una storia d’amore contemporanea e fantasiosa, perché le si dovrebbero invece proporre storie di un periodo che magari non capisce fino in fondo?
Credo che non ci sia per forza bisogno di leggere i classici, i tomoni, i mattoni. Non si è lettori meno “bravi” di quelli che divorano romanzi esistenzialisti. Leggere dev’essere un piacere, sta a ognuno di noi decidere se considerarla come un’attività di evasione, riflessione o puro divertimento. Poi magari la curiosità per i classici arriva col tempo.
Certo, se si ha la fortuna di lavorare con i libri è chiaro che a volte si dovrà leggere anche qualcosa che non è nelle nostre corde, ma il mio ragionamento si rivolge soltanto alla lettura per diletto, sennò potrei stare qui delle ore.
Comunque, mi perdonerai per questa filippica, devi sapere che negli ultimi tempi sono tornata a leggere molto e mi piacerebbe tantissimo sapere che ognuno di noi ha un libro o un fumetto sul comodino, una storia in cui immergersi per staccare un attimo dalla realtà.
In merito alle mie letture, quest’anno ho cominciato ad affidarmi seriamente alle librerie indipendenti e ai consigli dei librai; sto scoprendo delle perle davvero meritevoli. Per di più, sto già iniziando a pensare ai regali di Natale: libri per tutti!
Un’altra grande fonte di ispirazione sono le cosiddette sfide del lettore, che possono essere di qualsiasi tipo. Al momento ne ho intrapresa una, lanciata su Instagram da una ragazza spagnola. In 90 giorni bisogna leggere 9 libri, ognuno ambientato in una diversa destinazione. In pratica, si fa il giro del mondo leggendo. Le destinazioni della sfida sono: Spagna, Italia, Francia, Germania, Inghilterra, Stati Uniti, Cina, Africa e un’ultima a scelta. Per ora sono andata in:
– Francia, con Cambiare l’acqua ai fiori di Valérie Perrin (letto in originale, finalmente);
– Inghilterra, con Lo strano caso del Dr. Jekyll e del Sig. Hyde di Robert Louis Stevenson;
– Cile (la destinazione a scelta) con Il giardino di Amelia di Marcela Serrano;
– Stati Uniti, con Shining di Stephen King.
Non so ancora quale sarà la prossima destinazione, forse la Cina, o l’Italia; nell’articolo del prossimo mese spero di aver completato la sfida e aggiornarti con i titoli mancanti.
E tu, invece? Che cosa stai leggendo? Sono curiosa!
Alla prossima e… Avanti tutta!
Al momento sto leggendo “mangia, prega, ama” di Elizabeth Gilbert e mi prende abbastanza.
Un libro che mi ha preso moltissimo è stato “I Pilastri della Terra” di Ken Follet,
Però anche i 3 libri di Hunger Games li ho divorati
poi sono passata a “Istruzioni per diventare fascisti” di Michela Murgia e “lettera a un razzista del terzo millennio” di Luigi Ciotti.
Mi piacciono, anche se li trovo inquietanti, i libri di Zafòn
Direi che i libri di storia non mi prendono, anche se “L’ufficiale e la spia” si basa tutto su un fatto storico realmente accaduto.
E pensare che fino alla fine del liceo dovevano costringermi a leggere, forse perchè mi giravano sempre intorno i classici, i libri che “devi” leggere che solo per questo mi dava un enorme fastidio dover leggere.
Concordo sul fatto che ognuno legga quello che più gli piace, se ben scritto, perchè a volte ci sono davvero alcune cose mal scritte con le quali disimpari la tua lingua.
Se un libro mi piace e mi prende, mentre leggo mi sembra di stare in una specie di “bolla” e vivo in una dimensione parallela.
Molto bello.
Buon giro del mondo a libri
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È verissimo, una delle cose che fanno male alla lettura è sentirsi obbligati, o vedersi propinare sempre e solo le stesse storie. La varietà fa bene all’apertura mentale e arricchisce il nostro lessico. Ottime letture, quelle che hai menzionato!
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