STANCA MA FELICE

È difficile rimettersi a scrivere dopo tanti mesi di silenzio. E sì che di cose ne sono successe!

Vediamo un po’, potrei fare una scaletta di cose da raccontarti, così sono obbligata a non lasciare troppa susp… (non ho mai imparato a scrivere questa parola) a non lasciar passare troppo tempo tra un articolo e l’altro.

Dunque, di cosa ti parlerò, tra oggi e il futuro:

  • Salone del Libro di Torino: cinque giorni di fuoco e pioggia.
  • La mia prima traduzione pubblicata.
  • Il mondo degli autori indipendenti.
  • Un nuovo progetto in partenza.

Sono partita per Torino quando imperversava l’alluvione, con la famiglia che mi inviava video poco rassicuranti della stazione di Bologna allagata e previsioni di diluvi anche in Piemonte.
Mi sono svegliata alle 5:30 del mattino, ho fatto una bella colazione sostanziosa, ho recuperato i bagagli che avevo con tanta indecisione e agitazione preparato la sera prima, e sono uscita dalla mia bella casetta.
Corriera puntuale, treno in ritardo, sono arrivata a Torino.
È impossibile riassumere i cinque giorni passati al Salone, perciò ti propongo solo qualche flash.

Mi ha ospitata la mia amica Clelia, torinese di adozione.
Per stare da Clelia bisogna superare il rigorosissimo esame dei suoi due gatti jedi ed essere avvezzi a vino rosso (grazie Manu) e al whisky (grazie Anthony).

Ero partita con l’intenzione di visitare un po’ la città, ma la pioggia ha deciso diversamente.
Ho però frequentato il quartiere San Salvario, in tre occasioni diverse e con tre compagnie diverse. Il mondo è piccolo, ma Torino è proprio un buco.

Menzione speciale per Alessandra, che mi porta a cena alla Casa di quartiere e che vuole tradurre saggistica.

E menzione specialissima per Monica, che ha presentato Fumo di José Ovejero (con José Ovejero) alla libreria Trebisonda, come se fossimo nel salotto di casa sua, facendoci commuovere tutti. O almeno, a me sì.

I giorni al Salone sono stati fisicamente distruttivi, ma mentalmente elettrizzanti.
Mi sono turnata con altre colleghe allo stand della Bottega dei Traduttori, che è una realtà fighissima e se non la conosci devi assolutamente sbirciare che cos’è.

In questo momento vorrei scrivere una carrellata di amore e apprezzamenti per tutte le persone con cui ho passato del tempo al Salone, ma rischia di diventare troppo lunga, quindi ti faccio questa grazia e dico solo che voglio un sacco di bene a tutti.

Sono tornata a casa malaticcia, perché giustamente non avevo l’ombrello e quindi sono stata costantemente un pulcino bagnato, ma carica come una mina.

Primo motivo fra tutti: ho potuto mettere le mani sulla mia prima traduzione stampata! Fa parte della raccolta Selve Oscure di ABEditore, curata dalla Bottega dei Traduttori. Io ho tradotto il racconto Chickamauga, di Ambrose Bierce.
Non preoccuparti, non è in arrivo una sbrodolata sulla trama e sulla raccolta, ti dico solo che nel mio racconto ci sono dei soldati messi alquanto male, talmente male che per descriverli mi sono tornati utili gli zombie di The Walking Dead.

Per scoprire gli altri motivi del perché sono felicerrima, ti toccherà aspettare i prossimi articoli.

Alla prossima e… Avanti tutta!

3 Comments on “STANCA MA FELICE”

  1. Pingback: ARRIVEDERCI, E GRAZIE PER TUTTI I LIBRI | Giulia Zappaterra

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