DIARIO DI TRADUZIONE

È difficile tenere le fila del proprio lavoro, quando le giornate sono così frenetiche e le consegne si susseguono una dopo l’altra. Ho quindi deciso di provare a radunare gli appunti che prendo di volta in volta per una traduzione; in poche parole: sto tenendo una specie di diario.

Ho un quaderno sulla scrivania, viola tinta unita, che avevo comprato a ottobre dell’anno scorso prima di partire per Napoli Meets la Bottega, una due giorni di seminari di traduzione organizzata dalla Bottega dei Traduttori. Tra parentesi, in quell’occasione ho partecipato a un translation slam che ho vinto insieme a un’altra collega e che porterà, spero entro maggio 2024, a una pubblicazione di 3 racconti di un fratello e una sorella inglesi vissuti nel 1800. Ma di questo parlerò in un’altra occasione.

Se apriamo il quaderno viola partendo dalla fine, troviamo gli appunti per una traduzione dall’inglese che mi è stata affidata a novembre dell’anno scorso, purtroppo non ancora pubblicata. Si trattava di un libro di fantascienza di un autore indipendente, con una solidissima base scientifica, perché lo scrittore è prima di tutto un astrofisico. Lavoravo ancora in biblioteca e per alcuni mesi ho fatto incetta di numeri della rivista Le Scienze, soprattutto di quelli in cui si parlava di fisica quantistica.
Durante la stesura della traduzione sono andata alla presentazione del computer quantistico Leonardo al Tecnopolo CINECA di Bologna, approfittando di una giornata di porte aperte, per vedere con i miei propri medesimi occhi cosa significa avere un’intera sala occupata da questa tecnologia. Non ti nascondo che durante la spiegazione ho capito molto poco, ma quando sono tornata a fare ricerche terminologiche è stato tutto più chiaro, perché avevo in mente un’immagine ben precisa, ma soprattutto reale.
Ho anche guardato video di astronauti come Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano, in cui parlavano, che so, della vestizione per le attività extraveicolari, cioè quelle all’esterno della navicella spaziale, e ho letto diversi articoli sul sito dell’Agenzia Spaziale Italiana per capire meglio cosa stavo traducendo e per essere sicura di usare il linguaggio corretto.

Se continuiamo a sfogliare il quaderno viola, passiamo agli appunti per una traduzione di un romance ambientato nella Londra della seconda metà del 1800. Per prepararmi ho letto libri di Georgette Heyer e di Corina Bomann. La prima è un’autrice dello scorso secolo che scriveva romanzi sull’epoca Regency, opere squisite con un’ironia composta e spassosa. Mi sono serviti per l’accuratezza storica nelle descrizioni di ambienti e personaggi. La seconda è un’autrice moderna che scrive romance di ambientazione storica, con un tono più leggero e un lessico più contemporaneo.
La difficoltà maggiore che ho riscontrato nella traduzione di questo libro, dallo spagnolo, è stata rendere l’abbondanza di modi di dire e frasi fatte, trovando equivalenti che però fossero credibili da un punto di vista storico. Per esempio, a un certo punto nella traduzione ho scritto: già che abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno e mi sono trovata a chiedermi: “Ma questa cosa qui, si poteva dire nel 1860?” Ho scoperto che deriva da una frase detta da Papa Leone X su una lista di cardinali che erano più del previsto, quindi già che erano trenta, perché non aggiungere anche il trentunesimo. Vorrai perdonarmi la spiegazione arraffazzonata, ma la cosa che ci interessa è che Papa Leone è vissuto nel 1500, quindi era un modo di dire che si poteva usare nell’epoca in cui è ambientato il romanzo.

E poi, per non farmi mancare nulla, per la traduzione di un fantasy americano che sperò uscirà prestissimo e che non vedo l’ora di pubblicizzare in lungo e in largo, mi sono studiata il funzionamento dei revolver a pietra focaia.

Come puoi vedere, sono sempre più convinta di aver fatto la scelta giusta: essere traduttrice freelance a tempo pieno è una sfida costante, ma super emozionante. Soprattutto, mi permette di andarmene in vacanza a metà settembre, dopo una lunga estate di lavoro intenso, finalmente con la mente tranquilla.

Quindi, tornerò alla mia scrivania dal 2 di ottobre 😀

Alla prossima e… Avanti tutta!

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